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Al Biografilm la storia di Ausmar, combattente per la rivoluzione nella Libia di oggi

Con “The Black Sheep” di Antonio Martino, regista con un lungo passato sotto le Torri e prodotto dalla bolognese BO FILM, si completa la lista dei titoli che partecipano al concorso internazionale di Biografilm, dal 10 al 20 giugno. Un film, che per la sensibilità del tema trattato, il direttore artistico Andrea Romeo ha atteso fino ad oggi prima di rivelare. La storia è quella di Ausman, nato a Zuara nel 1985 in Libia e cresciuto a pane e discorsi di Gheddafi, studiandone come tutti il manifesto politico “Libro Verde”. Trasferitosi a 16 anni in Marocco e poi a New York, è tornato nel suo paese allo scoppio della rivoluzione con la speranza di contribuire al cambiamento. «Ausman è tornato per combattere – spiega il regista – nonostante fosse un pacifista, convinto di battersi per la libertà e la democrazia ma niente è andato come sperava. E visto che oggi nel suo paese la violenza e l’estremismo religioso dilagano sempre più, si interroga sul da farsi». Così da un lato il doc ci restituisce il difficile percorso interiore di un ragazzo di 25 anni che deve decidere cosa fare della sua vita, se ascoltare il cuore o la ragione, i diritti o le radici, dall’altro Martino pone l’accento su una serie di contraddizioni sul tema delle migrazioni raccolte sul campo. «Non voglio che questo documentario venga strumentalizzato in un momento storico così difficile – continua Martino – ma ci sono certe dinamiche sui flussi migratori che nessuno racconta. Ma se vogliamo avere un quadro chiaro e provare a dare una risposta concreta a quello che è sotto gli occhi di tutti, bisognerebbe avere il coraggio di guardarle in faccia. Dal ruolo delle Ong dell’accoglienza a quello delle banche dietro agli hotspot fino ai rapporti tra la Libia e i paesi europei. Tutti aspetti che visti dalla Libia sono più chiari». Girato nell’ex paese di Gheddafi dal 2014, è poi la testimonianza diretta degli

ultimi giorni della Rivoluzione. «Nonostante il colonialismo – conclude il regista – o meglio, proprio per quello, gli italiani in Libia sono amati, anche se in un Paese che teme i servizi segreti da mezzo secolo, tirare fuori una videocamera è sempre rischioso». Il frutto di questo attento lavoro sul campo si vedrà in anteprima assoluta il 10 giugno alle 19 al Lumiere alla presenza del regista e autore Antonio Martino e dello stesso Ausman.

Link originale

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2016/06/02/news/al_biografilm_la_storia_di_ausmar_combattente_per_la_rivoluzione_nella_libia_di_oggi-141160659/


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